19 aprile 2011

CAREMMA...SEMPRE AVANTI

ABBIATENSE • Una cinquantina i rappresentanti di realtà locali che hanno accolto l’invito per capire

Strade d’Acqua da imboccare

Il progetto di promozione turistica del territorio presentato da Gabriele Corti con la passione e l’entusiasmo che gli sono tipici. «Noi, il giardino di Milano...»
 15/4/2011 - Gabriele Corti fa sul serio. Circa un mese fa aveva accennato alla volontà di formare una cordata di imprenditori e di soggetti privati che condividessero l'importanza di promuovere questo nostro territorio sotto il profilo turistico, e venerdì scorso ha riempito la sala convegni di Cascina Caremma di persone interessate a cominciare a parlarne, a discutere, a capire, a confrontarsi, a prendere in considerazione l'ipotesi di starci alla proposta e magari di rafforzarla con il proprio contributo di idee prima ancora che di mezzi.
il titolare di Cascina Caremma, realtà attiva ormai da vent'anni e nata in modo pionieristico e con il coraggio condito con quel pizzico di «sana follia» che anche oggi è indicato come uno degli ingredienti indispensabili per questa nuova avventura. «Perché promuovere il turismo sul nostro territorio? - ha iniziato Corti - Innanzitutto perché questa è una delle zone più belle dal punto di vista paesaggistico e per il momento meno costruite di tutta la provincia di Milano. Dunque ideali per candidarsi ad ospitare un turismo alternativo, che ovviamente non potrà né vorrà mai diventare di massa, ma che può certamente crescere, potenziarsi e specializzarsi. Penso ad esempio al cicloturismo (ideale e accessibile a tutti in una pianura che peraltro non è "noiosa", ma mossa, con saliscendi, con caratteristiche che variano di zona in zona); penso ad un turismo di avventura (prima di andare a fare rafting sul Sesia, i neofiti lo possono imparare sul Ticino, decisamente più abbordabile; e se anche la canoa sul fiume azzurro mette qualche apprensione, per prendere confidenza ci si può calare nelle acque tranquille e alte non più di un metro di qualche lanca, che oltretutto è un ambiente meraviglioso); penso anche ad un turismo cosiddetto minore e a una straordinaria varietà di itinerari possibili che in un tempo di crisi come quello presente costituisce anche un'opportunità dal punto di vista dei costi».
Ma la prima opportunità, secondo Corti, è proprio quella che il territorio dell'Abbiatense e di questa zona caratterizzata da Parco del Ticino e Parco Sud deve saper cogliere. Come? «Rivolgendoci a questo bacino d'utenza straordinario, motivato e stressato, costituito da Milano. Una metropoli che oltretutto è la seconda città turistica d'Italia dopo Roma (certo, turismo soprattutto d'affari, ma dunque perché non promuovere anche la possibilità di aggiungerci momenti di relax in campagna e visite a gioielli d'arte e cultura sparsi tra Ticino e Navigli?), che è un crocevia nazionale ed internazionale con questo aeroporto di Malpensa che ormai abbiamo e di cui dunque è più sensato a questo punto cercare di approfittare...».
Una realtà che peraltro ha già cominciato a fare qualche numero e che per questo Corti ritiene debba essere decisamente incentivata: «Già adesso - prosegue - il turismo dalle nostre parti sta dando un contributo che comincia ad essere importante in termini di posti di lavoro. Perché cresca ulteriormente ritengo occorra l'impegno dei privati per una serie di motivi: primo, perché il pubblico su questo fronte non ha ancora prodotto niente di concreto; secondo, perché i privati sono più motivati e di conseguenza più avanti dell'ente pubblico, più attenti alle pulsioni del territorio in quanto abituati a tirare la carretta; terzo, perché non è certo il momento in cui sperare di ottenere da quello risorse economiche o aiuti finanziari».
Come si fa, in concreto, a promuovere il turismo nel territorio? Anche su questo fronte Corti sembra avere idee chiare e semplici: «Prima di tutto, informarsi, studiare (e cita a proposito la mail ricevuta da Mario Comincini che suggerisce che basilare ad ogni sviluppo turistico è sapere che cosa si sta promovendo e aggiunge che quello dell'acqua è un ottimo argomento di partenza, offrendo la propria disponibilità ad aderire al progetto, ndr); secondo, sfruttare le caratteristiche climatiche della primavera e dell'autunno che rendono particolarmente gradevole il nostro ambiente e dunque sviluppare una proposta complementare a quella del mare e della montagna, orientata ad attrarre flussi minori ma di qualità; terzo, sul fronte della difesa del territorio non fare altro che rendere visibile e mettere in rete quello che c'è già, metodo assolutamente efficace a tutela delle nostre campagne improntate il più possibile ad un'agricoltura ecocompatibile, ad esempio con la reintroduzione di siepi e filari; quarto, superare il conflitto ristorazione-agriturismo trovando sinergie utili, riunire intelligentemente pubblico e privato a partire dalla consapevolezza che nessuno ci servirà mai sul piatto d'argento le occasioni per promuovere il territorio e le attività che lo caratterizzano, mettere insieme con umiltà la nostra voglia di dialogare e di imparare». Conclusione: «Ma ricordiamoci che occorre partire dalle cose più semplici, che sono anche basilari e che riguardano tutti: essere attenti a non buttare mozziconi per terra, tanto per fare un esempio easy, è la partenza per fare la differenza».

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