Figlio di Plistene o di Atreo e fratello minore di Agamennone, era re di Sparta; il suo nome significa, propriamente, 'colui che attende il popolo'. La sua celebrità è legata alla figura di ELENA, che egli sposò e dalla quale ebbe una figlia bellissima, Ermione (un altro figlio gli attribuiscono le fonti da una schiava: il nome tramandato è Megapente). Il rapimento di Elena mentre egli era assente da Sparta, ad opera di Paride, provocò la guerra di Troia. Durante il combattimento Menelao spiccò per il suo valore e uccise un gran numero di Troiani, anche se in prevalenza i poeti preferiscono descriverlo non come assetato di sangue e di vendetta, ma mite e calmo. Durante la guerra uno degli episodi celebri che lo ebbero a protagonista fu quello del suo duello con lo stesso Paride, che era stato l'autore del rapimento di Elena e a causa del quale si stava combattendo: Menelao stava per ucciderlo e l'avrebbe colpito a morte se Afrodite non gli avesse rapito l'avversario sotto gli occhi, avvolgendolo in una nube. Quando Troia fu presa, Menelao, accompagnato da Ulisse, si affrettò verso la casa di Deifobo, che aveva sposato Elena dopo la morte di Paride, sopravvenuta nel frattempo. Menelao in persona uccise Deifobo; secondo una versione del racconto, egli si scaraventò con la spada sguainata anche contro Elena, con l'intenzione di punire l'adultera; ma Elena si scoprì il petto ed egli non mandò a compimento il suo proposito. Secondo un'altra versione, invece, fu Elena ad introdurre segretamente Menelao nella stanza di Deifobo, consentendogli così di ucciderlo e riconciliandosi con il marito di un tempo. Menelao fu tra i primi a salpare da Troia dopo la caduta della città, accompagnato da Elena e da Nestore; ma passarono otto anni di vagabondaggi lungo le coste del Mediterraneo, prima che egli potesse raggiungere la patria. Da quel momento in poi, tuttavia, Menelao ed Elena, secondo la tradizione, trascorsero un'esistenza felice e tranquilla. Quando Telemaco, figlio di Ulisse, si recò a Sparta per cercare di raccogliere notizie a proposito di suo padre, Menelao stava celebrando le nozze della figlia Ermione con Neottolemo e di suo figlio Megapente con una figlia di Alettore. Secondo la profezia di Proteo nell'Odissea (4.561 ss.), Menelao ed Elena erano destinati a non conoscere la morte, ma a venir condotti dagli dei nell'Elisio. Secondo questa versione Menelao appare come una figura legata al mondo infero; secondo una versione diversa, invece, Menelao ed Elena si recarono nella Tauride, dove furono sacrificati da Ifigenia in onore della dea Artemide. Una versione della saga troiana, poi, sosteneva che Elena non fosse mai stata rapita da Paride, ma che a Troia si fosse recato un èidolon o immagine di lei; le conseguenze di questa versione si ripercuotono anche sulla figura di Menelao, che in tal caso avrebbe a lungo viaggiato per il Mediterraneo, trovando poi Elena in Egitto. Diffusione del culto Il culto di Menelao appare legato al mondo dell'oltretomba e lo vede strettamente unito ad Elena. In Arcadia gli erano sacri un platano e una sorgente; a Terapne, sull'Eurota, aveva un santuario, dedicato in realtà ad Elena, ma noto come Menelàion; qui Elena e Menelao erano celebrati come coppia regale infera. Presenze letterarie antiche Menelao è uno dei personaggi principali dell'Iliade omerica; il suo ritorno in patria e il suo lungo viaggio, durato otto anni, sono raccontati nell'Odissea (libro 4); nella Palinodia di Stesicoro e nell'Elena di Euripide è narrata la versione del mito secondo la quale non Elena, ma un suo èidolon sarebbe giunto a Troia. Menelao compare inoltre fra i protagonisti delle Ciprie, dell'Aiace di Sofocle e delle Troiane di Euripide.
26 aprile 2010
Menelao il Valoroso
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento